Più bella della poesia...ricordo di Alda Merini (2009)
A cura del Centro Documentazione Polesano di Badia Polesine (RO)
Nadia Poletti e Paolo Rossi, voci
Sergio Fedele clarinetto
Prima rappresentazione all’interno della Rassegna 9 venerdì aspettando l’8 marzo, 7 marzo 2010, Centro Documentazione Polesano, Badia Polesine (RO)
Empedocle di Agrigento (1999)
Lettura con interventi sonori dai frammenti di Empedocle.
Voci recitanti Marco Munaro e Sergio Fedele
Interventi sonori Sergio Fedele (clarinetto, flauti dolci, percussioni)
Rassegna Antichi amori, Sala Consiliare del Municipio, Schivenoglia (MN), 25 Febbraio 1999.
3 Improvvisazioni per Eurialo d’Ascoli (1998), Grottesca (1998), Orfeo? (1998)
Presentazione e lettura completa della Vita disperata, poemetto in ottave di Eurialo d’Ascoli, poeta del primo cinquecento. Con musiche originali.
Voci recitanti Marco Munaro e Sergio Fedele
Musiche Sergio Fedele (clarinetto, ancia contrabassa a tiro, flauto dolce kleinesopranino, percussioni)
Rassegna Precursori Mistici e Pazzi, Sala Consiliare del Municipio, Villapoma (MN), 25 Febbraio 1998
Rose canine (1997)
da una raccolta di versi di Marco Munaro
Gli interventi sonori soggiacciono alla polverizzazione del testo, agglutinano la loro presenza attorno ai centri nevralgici; esaltano le sue vene turgide e dolorose.
Anche nelle parti esclusivamente sonore (“Ascoltando...”), l’andamento è desultorio, fratto, sbriciolato, uno snodarsi di tracce acustiche, sussulti ebefrenici di una musica perduta.
Non sottolineata dalla musica, vi è nel testo un’armonia nascosta che traccia un percorso accordale labirintico ma unitario tra frantumi e macerie e annoda abissalmente, connettendo trame apparentemente divelte. Gli interventi sonori stanno al gioco dell’occultamento, consolidano la visione enigmatica, introversa del testo, prediligendo il suo carattere sibillino e centripeto.
La musica scopre i nervi della poesia (o meglio il suono quelli della parola), la crudeltà anatomica è riscattata da una finalità teurgica, opera sui nessi vitali traendone minuscole sfingi sonore, emblemi criptici – il suono ha un potere catarifrangente, rimanda alla sorgente luminosa – la parola – schegge di luce.
Voce recitante Marco Munaro
Musiche Sergio Fedele (clarinetto, flauto, flauti dolci, percussioni)
Prima esecuzione: Teatro del Lemming, Teatro di Casa Serena, Rovigo, 31 gennaio 1997.
Il portico sonoro (1995)
da una raccolta di versi di Marco Munaro
La musica deriva da 12 Kōan un pezzo basato su una serie di dodici suoni, sulle sue trasposizioni di semitono e sulle nove variazioni canoniche da esse derivate, alternando alle esposizioni e variazioni seriali serie incomplete o contaminate e movimenti liberi.
I frammenti musicali si alternano alla poesia, le due presenze scorrono, dunque, parallele senza mai incontrarsi (tranne in un momento). Nessuna commenta l’altra (lungi da noi il melologo). La loro comunione nasce dalla reciproca suggestione, dai riflessi che l’una rimanda all’altra, esse dialogano fra loro scambiandosi echi e rumori.
per ala musica vi è la possibilità intrinseca di modificarsi – e sempre in modo diverso, a seconda del tempo, del luogo, dello stato d’animo – data l’ampia facoltà di variazione improvvisativa accolta nella sua partitura. La poesia, se apparentemente è fissata per sempre al suo dettato, in realtà, proprio grazie alla sua autonoma componente sonora, articola diversamente le sue pause, i suoi silenzi, i suoi snodi e le sue cadenze, e, detta, è pronunciata con voce sempre nuova e mutevole.
Il portico sonoro è introdotto da Calme contese, per due clarinetti. Basato fondamentalmente su una scala esafonica a toni interi, il breve pezzo, cha alterna al duo momenti di solo, si sofferma soprattutto sul registro grave degli strumenti.
Voce recitante Marco Munaro
Clarinetto Sergio Fedele
Clarinetto Daniele Masiero
Marimba Filippo Tosi
Prima esecuzione all’inaugurazione della mostra Omaggio allo scultore Gino Cortelazzo, Pescheria Vecchia, Este (PD), 25 Novembre 1995.